Chiesa di Sant’Alfonso de’ Liguori

Camerota, Salerno

Descrizione

Cronologia:

  • 1848 - Costruzione della chiesa, il re Ferdinando II di Borbone da la prima offerta;
  • 11 luglio 1856 - Monsignor Nicola Maria Laudisio, benedice la chiesa e la dedica a S. Alfonso Maria de’ Liguori;
  • 4 agosto 1874 -  Il vescovo Giuseppe Maria Cione consacra la chiesa, in seguito alla costruzione delle due navate laterali;
  • 1890 - L’arciprete don Giuseppe Antonio Talamo raccoglie la somma di £ 30.000 per la chiesa, e nello stesso anno viene collocata la statua di San Domenico;
  • 1979 - Il parroco don Angelo Riccio, dispone il restauro della facciata;
  • XX e XXI secolo - Ulteriori restauri di manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • Restauro del 2004 - 2005 a cura di Don Gianni Citro;

 

Descrizione architettonica:

La chiesa è a tre navate, con l’altare in muratura ed il ciborio intarsiato nella navata centrale e gli altari minori nelle navate laterali.  

Sul portale centrale, fregiato e sostenuto da due figure angeliche, l’ovale, con il latino incisivo e drammatico: O quam metuendus est locus iste.

Sulla facciata sono presenti le statue di San Domenico, San Francesco, Sant’Antonio e degli altorilievi simbolici: l’Angelo, che porge la fiaccola a San Domenico, e la Vergine, che gli dona il rosario. La struttura circola intorno al tema dominante del Rosario.

A sinistra: gli altari consacrati a Sant’Anna, a Sant’Antonio, al Cuore di Gesù, alla Vergine del Buon Consiglio. Il fondo con due lapidi alle pareti, la cappella della Madonna di Pompei.

A destra: gli altari dedicati al Crocifisso, a San Nicola di Bari, a Santa Chiara, al Purgatorio.

In fondo, la cappella di San Domenico, eretta, il 1949, studio et labore dal parroco Angelo Riccio.

Nella navata sinistra, vi è la nicchia con la statua del Patrono, San Domenico, posta tra due affreschi che rievocano il miracolo del 1937.

Al centro del soffitto, troviamo l’affresco del maestro Grassi, del 1959. Gli affreschi del maestro Mormile, del 1965, sono presenti nel catino con l’Annunciazione, gli Evangelisti, San Domenico, Sant’ Alfonso e Giovanni XXIII e nell’abside, la Istituzione dell’Eucarestia, Gesù nel Getsemani, la Resurrezione.

 

Notizie storiche:

A proposito della grandezza della chiesa, nel 1853, Francesco Cirelli scrive che: <<si è dovuto pensare a costruire, e si sta effettivamente costruendo una chiesa, che portata a fine, offrirà decenza e capienza corrispondente al numero degli abitanti>>.

Dai documenti d’archivio, si rileva che i lavori sono affidati all’architetto Michelangelo Pagano da Pisciotta, il quale, venendo a Camerota, trova dei progetti del maestro muratore Rosalbo Bortone da Camerota.

La realizzazione del progetto inizia nel 1848: La prima offerta è del re Ferdinando II di Borbone: regia primim largitione memoriam. E subito la partecipazione devota dei cittadini e, contemporaneamente, l’intelligente sollecitudine di don Salvatore Talamo, con il ‘’proprio denaro’’. Mons. Nicola Maria Laudisio, l’11 luglio 1856, benedice la chiesa e la dedica a S. Alfonso Maria de’ Liguori: il vescovo dell’intelligenza e del cuore.

In visita pastorale, il 4 agosto 1874, il vescovo Giuseppe Maria Cione consacra la chiesa: solemni ritu consecravit more maiorum.  

Nel 1872, il Comune presieduto dal sindaco Graziano Severino, acquista all’asta da privati il terreno antistante la chiesa, per farne la piazza, intitolata San Domenico, progettata da Giovanni Andrea Coccorese, in sincronia volumetrica e prospettica con la facciata della chiesa.  Con il parroco don Francesco Saverio Talamo, ex pietate fidelium, il cantiere è in attività incessante: la costruzione delle due navate laterali parallele alla direzione principale.

Nel 1890, l’arciprete don Giuseppe Antonio Talamo raccoglie la somma di £ 30.000: con azioni personali e cittadine, pro aede sacra. Immediata la ripresa dei lavori: collocazione del simulacro di San Domenico, nel centro della facciata; sistemazione dell’orologio nel frontone, sormontato dalla veletta campanaria e dalla croce; disposizione del pergamo, degli altari minori e dell’altare maggiore in marmo policromo; costruzione della cantoria, sulla porta principale di ingresso, dove viene posto l’organo, capolavoro di tecnica e di estetica, firmato dal maestro Pietro Sarracino, il 1884.

Nel 1902, è ristrutturato il campanile quadrangolare, ’’alto 100 palmi’’, per l’importo di £ 2.000, versato dal signor Francesco Antonio Troccoli, priore della Congregazione ‘’ Il Rosario e San Domenico’’, che fu fondata, il 1882, con l’autorizzazione del vescovo Cione.

E, nel 1907, il completamento degli affreschi e delle decorazioni.

Il parroco don Angelo Riccio, l’anno 1949, dispone il restauro della facciata, senza alterare gli schemi del primo progetto.

Tra il XX e il XXI secolo sono stati apportati altri restauri che non hanno portato a nessun cambiamo, tranne lo spostamento del Crocifisso dall’altare maggiore ad un altare laterale. Sull’altare maggiore vi è il quadro della Madonna di Pompei.

 

Note. Lapidi, stemmi, epigrafi:

Lapide della costruzione: Nella lapide si legge: …‘‘ET ANNO MDCCCLXXVIII A. FEL.RECORD. D. NICOLAO MARIA LAUDISIO POLICASTREN EPISCOPO SOLEMNITER BENEDICTUM AC DIVO ALPHONSO MARIAE DE LIGORIO DICATUM’’.

Secondo alcuni storici locali l’anno della benedizione del tempio è statp il 1878; visto l’inciso nel marmo. E’ un grossolano errore, sfuggito all’attenzione dei parroci, e mai eliminato, e trova spiegazione nel fatto che il vescovo Laudisio muore sedici anni prima, ossia nel 1862.

Lapide della Madonna di Pompei: Anno ‘‘CHR. MCMXXVII SACELLUM HOC DEIPARAE VIRGINIS A S.S. RORARIO’’- il 1927, questo sacello della Madre di Dio, Vergine del Santo Rosario, l’arciprete don Giuseppe Antonio Talamo ricostruisce, - ‘‘PRO SUA IN B.B. VIRGINEM PIETATE SUAQUE IMPENSA’’ - per devozione verso la Beata Vergine ed a spese proprie, ‘‘VARIO NITIDOQUE MARMORE’’ - ornandolo di vario e splendido marmo, - ‘‘IN ELEGANTIOREM FORMAM RESTITUENDUM NOVOQUE CULTU’’ – per restituirlo, in forma pià bella, a nuovo culto.

Seconda lapide: ‘‘AST TU CAELESTIS REGINA MUNIFICENTISSIMA MAXIMA PRO MINIMIS REDDERE SOLITA’’ …- Tu, o Regina Celeste, generosissima nel trasformare l’umiltà in magnificenza…- ‘‘EXPERTA QUA APUD DIVINUM FILIUM FULGES GRATIA VICISSIM’’…- esperta nell’intercedere presso il Figlio di Dio… - ‘‘AC SPIRITALIUM FILIORUM MAGNAE CATERVAE CAELI RECLUDAS LIMINA’’- possa spalancare le porte del cielo, alla grande schiera dei figli spirituali

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