Castello di Camerota

Camerota, Salerno

Descrizione

Cronologia

  • Nel XIII secolo, con l’imperatore Federico II, il castello di Camerota apparteneva a un sistema di difesa regionale;
  • XIII- XIV secolo - Ristrutturazioni in epoca angioina;
  • Nel XV secolo, con la dominazione degli Aragonesi, il castello risulta ristrutturato e ampliato;
  • Nel luglio 1552 una potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut, durante un assedio assalì il castello provocando danni al castello;
  • 1552 - Restauro della struttura per volere di don Placido di Sangro;
  • Il fortilizio, il giardino, l’orto e la casa attigua sono feudali nel 1587;
  • Fino al 1814 il castello è residenza della famiglia Marchese;
  • Dopo il 1814 - la struttura fu utilizzata come orto e per l’allevamento degli animali;
  • Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, con decreto del 2 settembre 1994, ha dichiarato il castello ‘’bene di interesse culturale’’;
  • Aprile 2012 - E’ crollata parzialmente la parte superiore della torre del rivellino che è stata ricostruita utilizzando materiale di spoglio;
  • 2012 -  Inizio lavori di consolidamento;

 

Descrizione architettonica:

E’ presente la torre normanna, alta 16.50 metri, a base tronco piramidale, probabilmente collegata ad un’altra torre più piccola, ora inglobata nelle mura esterne del castello che affacciano sull’ex Piazza d’armi; delle due torri si possono osservare i merli normanni inglobati nella sopraelevazione del periodo aragonese (dalla metà del 1400 a inizio 1500). E’ visibile la cisterna.

Nell’ attuale piazza vi era il fossato con ponte levatoio, formato da due piani, la torretta della campana sulla piazza, la cappella ed il maschio. Erano presenti anche il carcere del feudatario e la Cappella di S. Barbara, il fortilizio, il giardino, l’orto.

Nel documento ááI lavori di messa in sicurezza Castello di Camerota – 2 Fase esecutiva, 2012, si legge che: Quello che possiamo vedere oggi è il risultato di un continuo processo costruttivo, iniziato nella metà del 1000 e conclusosi verso la fine del 1500, solo delle indagini storiche potranno chiarire il senso di questa struttura. Oggi possiamo accertare l’esistenza di:

  • Torre normanna maestra con sopraelevazione per periodo aragonese;
  • Torre normanna piccola inglobata nel muro perimetrale del castello che consentiva l’accesso in quota alla torre maestra;
  • Torre l’angolo est, non ancora databile;
  • Rivellino con torre piccola e ponte levatoio;
  • Il fossato;
  • L’altare della Cappella Palatina;
  • Le merlature di fattura originale del periodo aragonese;
  • Le cerniere in pietra del ponte levatoio, di cui una è danneggiata;
  • Le cisterne per l’acqua, una interna visibile, l’altra a fianco della torre normanna;
  • Il muro di recinto della Piazza d’armi;

La parete sud del periodo aragonese, con le finestre, la linea di gronda e resti di forni da cucina;

 

Notizie storiche:

Nel periodo Normanno, il territorio di Camerota apparteneva al Ducato di Puglia con la sua capitale, prima a Salerno e, dopo la fondazione del Regno di Sicilia nel 1130, a Palermo. In questo periodo la flotta siciliana dominava il mare e le coste per cui erano poco probabili gli attacchi dei Saraceni.

Nel XIII secolo, con l’imperatore Federico II, il castello di Camerota apparteneva a un sistema di difesa regionale in cui le vicine fortificazioni dei centri di Roccagloriosa e Policastro occupavano posizioni chiave.

Alla fine del XIII secolo, con la Guerra del Vespro contro l’occupazione degli Angioini, il Basso Cilento, a causa della sua posizione strategica, fu luogo di lunghi combattimenti; il castello veniva modificato, rinforzato, riparato.

Nel XV secolo, con la dominazione degli Aragonesi, il castello risulta ristrutturato ed ampliato: viene realizzato il fossato, i muri con le merlature, gli archi catalani delle porte e delle finestre, qualche decorazione molto stilizzata, il ponte levatoio con il rivellino.

Assume più una funzione di residenza signorile che di fortezza vera e propria, considerato che si incominciavano ad utilizzare le prime armi moderne basate sulla polvere da sparo.

Con la dominazione angioina, dal 1266 al 1442, gli antichi signori dei feudi locali vennero sostituiti possesso dei feudi con cavalieri francesi.

Nel luglio 1552, con una flotta turca, comandata dal generale Rais Dragut, devastò le coste del regno e assalì il castello danneggiandolo (Onofrio Pasanisi).

Nel 1552, in una relazione per il relievo (tassa di successione feudale) presentato da Don Placido de Sangro per la morte del padre Bernardino avvenuta il 31 marzo 1552, è riportata una descrizione abbastanza dettagliata del castello; in essa si dice che era costituito da cellaro, oliaro, camera del grano, cappella, cisterna, camera dei garzoni, sala di bascio, camera del signor Placido, camera dove stava il signor Nicolò, camera del signor Bernardino, camera sopra la cisterna dove sta madama, pinnata de coppa, cucina, camera della farina, sala granden.  

Il fortilizio, il giardino, l’orto e la casa attigua sono feudali nel 1587.

La famiglia napoletana Marchese, di tradizioni militari, detennero il castello fino al 1814.

Dopo di questa, non si hanno notizie dimoranti nel castello (Onofrio Pasanisi).

Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, con decreto del 2 settembre 1994, ha dichiarato il castello bene di interesse culturale.

Recentemente, il 20 aprile 2012, prima che iniziassero i lavori di consolidamento, è crollata parzialmente la parte superiore della torre del rivellino che è stata ricostruita utilizzando le stesse pietre crollate (D’Alessio, R. Cammarano, M.Shano).

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