Palazzo marchesale

Camerota, Salerno

Descrizione

CASTELLO MARCHESALE

Cronologia:

  • 1518 - Edificazione della Torre Layella, fatta costruire da Bernardino di Sangro;
  • 1776 - Costruzione del palazzo marchesale, fatto costruire da Orazio Marchese;
  • 1947 - D’Agostino Orsini Paolo lo vende a Romano Domenico;
  • 1980 - Romano Domenico lo vende a Camuso Nicolina;
  • Attualmente il Comune di Camerota ha effettuato il diritto di prelazione.

Descrizione architettonica:

Dalla relazione tecnica di stima dell’architetto Lucrezia Gentile, sul palazzo marchesale, si legge che:

<L’opera è il completamento della Torre di Marina che sta sul lato ovest, detta torre Layella (1518); Il palazzo presenta un’apparente unità compositiva dei volumi che contengono il cortile. Appare una certa unità costruttiva caratterizzata dalle strutture murarie portanti.

Nonostante il sovrapporsi di orizzontamenti e tramezzature contestualizzati, queste strutture conservano una consistenza ed una essenzialità notevoli di essere recuperate.

Per le parti murarie originarie, è stata impiegata pietra locale, la muratura veniva legata mediante malta grezza a base di acqua, calce e terra grassa. Il sistema costruttivo, apparentemente labile, ha resistito per secoli, e, solo in conseguenza degli ultimi devastanti interventi, oggi ha subito un degrado graduale. Le parti strutturali interne sono state completamente sostituite da una struttura in cemento armato che, per la cattiva progettazione e successiva esecuzione, ha compromesso l’intero sistema statico della fabbrica.   Esso sorge tra un verde eterogeneo di diverse piante, in massima parte i secolari ulivi. All’ingresso vi è un atrio lastricato in pietra con al centro un pozzetto e simboliche figure: l’ancella che versa l’acqua dall’anfora, rappresenta la sorgente che disseta i popoli, poi Diana cacciatrice vigila il boschetto. Tra agavi e fiori vi è la cerva che si accosta alla vasca d’acqua; mette in scena una favola del poeta latino Fedro: ‘’Cervus ad fontem’’. La vasca è sorretta dalle Ninfe dominatrici dei mari che appaiono tra le bocche di leoni e ‘’belle di notte’’. La cappella interna ha varie pitture e reliquie, oggi disperse>.

 

Notizie storiche:

Il palazzo marchesale detto anche ‘’castello’’ fu costruito nel 1776 da Orazio Marchese, quinto ed ultimo signore feudale di Camerota. Il palazzo comprende anche la Torre Layella, fatta costruire nel 1518 da Bernardino di Sangro.

A tal proposito, il maniero fu abitato fino agli anni 1935/1938. Esso ospitava una cappella con affreschi, reliquie, e la statua di cera della Madonna ‘’Bambenella’’. Dell’aia non c’è più traccia; forse era ubicata davanti al castello nei pressi del pozzo d’acqua sorgiva. Questo giustifica il primo insediamento a Marina, sia prima della torre che prima della Chiesa di San Nicola. In epoca recente, al palazzo sono stati aggiunti i merli. Dietro la chiesa qualcuno parla dell’esistenza di un trabucco con ossa umane, nel quale il feudatario precipitava quelli che si opponevano all’esercizio dell’jus primae noctis. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi razziarono la dimora; molte carte dell’archivio marchesale sono possedute da privati, università ed archivi.

Nella relazione di stima dell’architetto Lucrezia Gentile, si rileva che nel 1947 D’Agostino Orsini Paolo lo cedette a Romano Domenico, che, agli inizi degli anni 70, a seguito di marziali modifiche interne ripristinò le facciate e lo destinò ad albergo. Quest’ultimo nell’anno 1980, con il circostante terreno di mq.3500, lo cedette alla Signora Camuso Nicolina. Nell’anno 1991 il Sindaco concesse ai coniugi Camuso una concessione edilizia di lavori di trasformazione interna da adibirsi ad uso albergo. Successivamente tutto il complesso è stato sottoposto a sequestro da parte del tribunale per vari problemi di natura finanziaria. Dall’inizio del 2020 il castello Marchesale è stato acquistato dal Comune di Camerota.

 

TORRE LAYELLA

Cronologia:

  • 1518 -  fatta costruire da Bernardino di Sangro;
  • 1544 - I corsari del Barbarossa, di ritorno dal sacco di Policastro la incendiarono;
  • 1552 - L’armata del corsaro Dragut saccheggiarono il territorio e anche la torre;
  • 1606 - Dopo essere restaurata da Don Placido De Sangro, nel 1606 fu requisita dalla Regia Corte;
  • 1616 - Oggetto di sopralluogo dell’ingegnere Bartolomeo Cartaro che la misurò e la trovò formata da 334 canne, valutandola 447 ducati;
  • 1776 - Nel Piano delle torri del Regno di Napoli, redatto nel 1776, la torre è indicata come Torre di Ajella;
  • 1776 - Inglobata nel palazzo marchesale;
  • 1886 - La torre è compresa nel decreto del Re Vittorio Emanuele II del 30 dicembre 1866; indicata tra le opere militari in disuso che cessavano di essere considerate come opere di fortificazione e quindi alienabili;
  • 2020 - Attualmente è un rudere;

 

Descrizione architettura:

Reperito un rilievo della torre realizzato prima di questi distruttivi lavori, è stato possibile ricostruire le forme che la stessa aveva in origine. Le modeste dimensioni traggono in inganno e possono lasciar supporre più un uso di sola vedetta della torre, senza alcuna funzione difensiva, ma abbiamo visto che sin dalla sua riedificazione la torre fu armata e utilizzata anche come sbarramento, alla base misura m. 9.30 per m. 9.40, la cisterna, posizionata allo stesso livello del terreno esterno, era a pianta quadrata di m 3,40 per m 4,05, l’altezza è di m.12.60.

Al secondo livello attraverso una scala, si accedeva alla piazza, che partiva dal lato dell’ingresso, verso monte e si sviluppava lungo l’attuale lato del castello. Sulla piazza oggi si trova un grosso ambiente, frutto dei continui rimaneggiamenti, che definisce l’aspetto di torre, emergente rispetto all’altra parte della costruzione. L’interno era suddiviso in due ambienti voltati a botte, con l’orientamento dell’imposta per entrambe ortogonale al mare.

 

Notizie storiche:

La torre di Ajella o Lajella si trova nel comune di Camerota (SA), alla località Marina, ed è stata inglobata nell’attuale castello Marchesale di Marina.

Costruita nel 1518 da Bernardino di Sangro.

Essa è il torrione del Castello Marchesale, edificato nel 1776 sul lato est.

Nell’elenco dei torrieri rinvenuti all’archivio di Stato di Napoli rinveniamo Papazzo Aniello attivo nel 1664; Di Nove Biagio nel 1718; De Stefano e Giannoccari nel 1807.

Nel 1532 a guardia della torre risulta un castellano con i suoi due figli e altri due uomini, l’armamento in dotazione constava di due falconetti, due smerigli con due barili di polvere. In quello stesso anno il marinaio Vincenzo Gambardella sorpreso dai Turchi si rifugiò con molta gente nella torre Lajella.

La difesa della torre, unica per quegli anni, non bastò contro l’assalto dei corsari del Barbarossa, di ritorno dal sacco di Policastro nel 1544, i quali incendiarono la struttura. Successivamente, l’armata del corsaro Dragut, il 12 luglio 1552, dopo aver assaltato Policastro, saccheggiò il territorio di Camerota, impossessandosi ed incendiando di nuovo la torre della Marina.

La torre, essendo indispensabile per la difesa del territorio, fu subito riedificata ed armata a spese del signore del luogo Don Placido de Sangro.

La torre Aiella fu compresa nel Decreto del Re Vittorio Emanuele II del 30 dicembre del 1866, che elencava le opere che cessavano dall’essere considerate come opere di fortificazione e quindi potevano essere vendute a privati.

Dalla torre da un lato si guarda la torre dello Zancale, dall’altro lato si vede la torre dell’Isola e in lontananza, più in alto, la torre Fenosa.

Durante il XIX secolo i privati, nuovi acquirenti della torre, fanno realizzare in aderenza alla parte orientale un edificio per scopi residenziali, inglobando la torre nella nuova struttura che per le linee stilistiche sarà chiamata castello. Nell’ultimo decennio del XX secolo nuovi proprietari iniziano dei radicali lavori di trasformazione del castello che coinvolgono anche le strutture della torre, sono demolite le volte dei due ambienti interni e demolite parzialmente all’interno le pareti per ridurre il loro grosso spessore. Tali lavori porteranno all’ordinanza di sospensione degli stessi da parte della Soprintendenza BAAAS di Salerno e al successivo decreto di vincolo dell’intero complesso edilizio.

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