Chiesa di San Marco
Camerota, Salerno
Descrizione
Cronologia:
- 1746 - Costruita a spese dell’Università di Licusati;
- 1857 - Dopo il terremoto, monsignor Maria Laudisio, provvede al restauro e al completamento del campanile;
- 1980 - Restauro dopo il terremoto;
- Ad oggi - Attualmente è una chiesa;
Descrizione architettonica:
La chiesa, ad una sola navata, dedicata a San Marco Evangelista rientra nell’ambito dell’architettura dell’Italia meridionale tra il Seicento ed il Settecento, con ‘’un dualismo fra le strutture di forme tradizionale e una esuberanza barocca che si esaurisce tuttavia nel gioco decorativo’’ della volta a botte.
La facciata presenta le statue di San Gennaro e di San Marco. All’interno, l’altare maggiore, è realizzato dal lavoro e dalla devozione dell’arciprete don Agnello Fedullo: Labore ac studio archipresbyteri et canonici Agnelli Fedullo. Nell’abside troviamo il quadro della Vergine circondata dagli angeli, da San Marco e San Gennaro: dono della famiglia Parlati- Ex legato qm Horatii Parlati per suos filios A.D. MDCCL.
La tela è da riportare alla pittura napoletana della prima metà del XVIII secolo, non è decifrabile la firma dell’autore.
Oltre a questa, sono presenti altre tele della metà del ‘700, di ignota mano napoletana.
Notizie storiche:
Costruita integralmente a spese dell’Università di Licusati nel 1746. L’anno è scolpito sull’architrave del portale d’ingresso. Prima del 1746 era il cimitero del paese, poi trasferito alla badia di San Pietro. Il terremoto del 1857, compromette la struttura della chiesa. Con la generosità del popolo e del vescovo, monsignor Nicola Maria Laudisio, che offre ducati 100, tre maestri muratori di Licusati, senza annullare le primitive valenze, provvedono al restauro ed anche al completamento del campanile: un blocco compatto quadrangolare, a sostegno dei suoni delle campane, oltre la matassa delle case. Anche il campanile fu ultimato da tre maestri muratori di Licusati, per la somma di ducati 17,59, nel 1858.
Cornu Evangelii: Primo altare, della Vergine Annunziata, di diritto patrimoniale del suddiacono, don Domenico Parlati. Secondo altare, della Vergine del Rosario, di diritto patrimoniale della estinta famiglia de Marinis. Diritto, ereditato da don Biagio Bevilacqua, che sposa l’ultima discendente dei de Marinis. Terzo altare, di San Francesco d’Assisi, ma con la statua della Vergine Addolorata, di diritto patrimoniale di don Alessandro Parlati del fu don Antonio, ceduto, ‘’per permuta’’, dalla famiglia de Stefano di Camerota.
Quarto altare, di Sant’Anna, con la nicchia, dove si custodisce la statua di San Marco Evangelista. ‘’ Il possessore attuale, signor don Alessandro Parlati, con la carica di ricevitore di Registro e bollo si trova nel luogo del suo destino; e quindi nulla si può sapere dei documenti, riguardanti il suo diritto patrimoniale…’’ – precisazione del parroco don Agnello Fedullo, nel 1872, durante la santa visita pastorale di mons. Giuseppe M. Cione. Anche per le tombe, la distinzione: sepoltura, presso l’altare maggiore, riservata agli ecclesiastici; sepoltura gentilizia della famiglia Parlati, accanto all’altare della Vergine Annunziata; sepoltura gentilizia, vicino all’altare della Madonna del Rosario, venduta, ‘’con scrittura privata’’ da don Biagio Bevilacqua al signor don Giuseppe Ragucci, figlio del fu don Gaetano; sepoltura gentilizia, davanti all’altare della Vergine del Carmine, di proprietà dei signori Crocco; sepoltura, assegnata ai bambini battezzati: i non battezzati, in terra sconsacrata. E, per tutti gli altri cristiani di Licusati, la fossa comune. Il terremoto del 1980, provoca altri danni. Ma, le opere di restauro, sia pure condotte sopra una diversa direttiva tecnica, rispettano la misura di spiritualità e di umanità.