Convento di San Francesco

Camerota, Salerno

Descrizione

Cronologia:

  • 1602 - Fondazione del convento e della chiesa di San Francesco d’Assisi. Contribuiscono alla fondazione il feudatario di Camerota, Orazio Marchese e la moglie, donna Lucrezia Capece Bozzuto Carafa;
  • 1808 - Con il decreto di Giuseppe Bonaparte, il convento viene soppresso;
  • Dal 1949 ci sono le suore francescane che conducono una scuola materna, mentre l’altra parte del convento è adibita ad Archivio storico del Comune;
  • 1980 - Restauro ad opera della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Salerno;

 

Descrizione architettonica:

Al chiostro di forma quadrangolare, con il pozzo nel mezzo, convergono tutti i locali di uso: la cucina, sala di refettorio, affrescata dalla ‘’Lavanda degli Apostoli’’, lavanderia, laboratorio, coro, foresteria. Al piano superiore troviamo le celle, che misurano trenta metri cubi, ed hanno porte e finestre dalle dimensioni ridotte e la biblioteca ricca di volumi.

 

Notizie storiche:

Il feudatario di Camerota, Orazio Marchese e la moglie, donna Lucrezia Capece Bozzuto Carafa, contribuiscono alla fondazione, nel 1602, del convento e della chiesa di San Francesco d’ Assisi. La prima comunità cappuccina, che, piantata la croce di legno nel sagrato, prende possesso religioso del luogo, è formata dai padri: Sisto da Bollita Nova Siri, frate guardiano, Michele da Vallo della Lucania, Daniele da Spinosa, Francesco da Massa, Ippolito da Licusati. E da tre frati cercatori, i quali chiedono l’elemosina due volte a settimana. La biblioteca ricca di pregevoli volumi, donati, per testamento, da monsignor Giacinto Camillo Materdei, vescovo di Policastro Bussentino, dal 1696 al 1705. 

Con il Decreto di Giuseppe Bonaparte del 1808 il convento viene soppresso e dal 1949 giungono le suore francescane, le quali conducono una scuola materna. Mentre un’altra ala del convento è adibita ad Archivio storico del Comune. Il Convento è stato restaurato in seguito al terremoto del 1980. Il consolidamento statico è avvenuto ad opera della Soprintendenza ai Beni Culturali di Salerno.

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